Digitare “la SEO è morta” su Google equivale a scatenare un paradox da 42 milioni di risultati. 42 milioni di epitaffi della SEO. Ma come nei film di John Woo, se non vedi il personaggio morto, chiaramente morto, trivellato di colpi, allora sospetta che sia ancora vivo. La SEO, signori e signore, è più in forma che mai, pronta a fare capriole tra gli algoritmi mentre schiva le pallottole dei detrattori.
Breve storia della SEO
Ai suoi albori, la SEO era un selvaggio West digitale, un territorio inesplorato dove le keyword erano il solo biglietto da visita e il content spamming andava per la maggiore. Ma come ogni protagonista di un racconto epico, ha dovuto attraversare l’abisso per riscoprire sé stessa. La SEO ha dovuto imparare a danzare al ritmo di algoritmi sempre più esigenti. Dalle macchinazioni oscure del keyword stuffing, si è evoluta verso una narrativa più sofisticata, dove la qualità del contenuto e l’esperienza utente sono diventate la chiave di volta per un finale felice.
SEO vs Google ADS
Detta così sembra Godzilla contro King Kong, che dopo essersele date di santa ragione per due ore, aver devastato città e paesaggi, si scambiano uno sguardo e se ne vanno ognuno per i fatti propri. Non è proprio così tra SEO e Google ADS!
In un mondo digitale dove la velocità sembra essere tutto, le campagne Google ADS potrebbero sembrare la soluzione rapida per la visibilità online, un po’ come un singolo reggaeton con l’obiettivo di diventare un tormentone stagionale – advertiser del mondo non ci odiate se abbiamo paragonato le Google ADS ad un pezzo reggaeton. La SEO invece è quella che regala risultati più consistenti e duraturi nel tempo, molto simile a un album dei Beatles che continua a vendere anni dopo l’uscita. La SEO richiede più tempo per essere implementata e per vedere i primi risultati, ma offre benefici che durano molto più a lungo, assicurando un posizionamento solido e costante nel tempo. Certo che sganciare un hit virale come “Despacito” di tanto in tanto non fa male – se non alla musica, ma questo è un altro discorso – ma è la costanza e la qualità della SEO che costruiscono un’eredità duratura.
Cosa è diventata la SEO oggi
La SEO oggi non è più solo una questione di inserire la giusta quantità di parole chiave nei post del blog. È un ecosistema complesso e dinamico, che necessita di attenzione e strategia. Il RankBrain di Google ha introdotto l’apprendimento automatico nel campo delle ricerche, modificando il modo in cui i contenuti vengono interpretati e classificati. Le AMP migliorano l’esperienza mobile degli utenti, rendendo i siti web più veloci e reattivi. Knowledge Graph e Rich Answers hanno trasformato il modo in cui le informazioni vengono presentate, fornendo risposte dirette alle domande degli utenti in modo più efficiente, quasi come un assistente personale. E i filtri di penalizzazione integrati in tempo reale sono il sistema immunitario di Google, che mantiene in salute l’ecosistema del web scovando e penalizzando le pratiche SEO scorrette. Una delle strategie maggiormente utilizzate negli ultimi tempi è quella del Content Relaunch.
Content Relaunch: La Rinascita del Contenuto
Il Content Relaunch è un po’ come quando Marty McFly in “Ritorno al Futuro” suona “Johnny B. Goode”: prende qualcosa di già esistente e lo rivitalizza in un contesto nuovo. Nel mondo del marketing digitale, questa strategia consiste nel riprendere contenuti esistenti e dar loro nuova vita, aggiornandoli con le ultime informazioni, ottimizzando secondo le attuali best practice SEO, o arricchendoli con elementi multimediali freschi. Attraverso questa strategia, non solo si rinvigorisce il valore di contenuti che potrebbero essere stati trascurati, ma si segnala anche ai motori di ricerca che il tuo sito web è costantemente aggiornato e rilevante, un fattore chiave per mantenere o migliorare la posizione nelle pagine dei risultati di ricerca (SERP). Il Content Relaunch, inoltre, può essere come trasformare un romanzo di successo in una serie TV acclamata, e quindi prendere un articolo Blog, ad esempio, e convertirlo in una serie di post sui social media, in una infografica o un video tutorial. Ogni nuova iterazione è una chance per raggiungere un pubblico più vasto e diversificato, massimizzando il ritorno sull’investimento.
AI: una nuova frontiera
ATTENZIONE: Questo paragrafo è stato scritto con Chat-GPT4
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo della SEO sta cambiando le carte in tavola, ricordando l’impatto che ha avuto l’innovazione tecnologica in altri campi, come la diffusione degli smartphone ha rivoluzionato la comunicazione. L’AI, con la sua capacità di processare e analizzare enormi quantità di dati, sta aprendo nuove frontiere per la SEO. Si tratta di un cambiamento epocale, che può essere paragonato all’arrivo di Internet stesso: un nuovo modo di esplorare e interagire con il mondo dell’informazione. Questa nuova era della SEO vede i professionisti del settore utilizzare strumenti sempre più avanzati per ottimizzare le strategie e i contenuti, in un processo continuo di apprendimento e adattamento che è essenziale per rimanere competitivi.
Dichiarare la SEO morta è un’affermazione prematura, se non completamente errata. La SEO non è solo sopravvissuta alle varie ondate di cambiamento nel panorama digitale, ma si è adattata e trasformata, dimostrando una resilienza e una flessibilità degne di nota. Oggi, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, la SEO si sta evolvendo ulteriormente, assumendo un ruolo ancora più centrale e strategico nel marketing digitale.
La SEO moderna richiede una comprensione profonda e un’attenta analisi per sfruttare al meglio le sue potenzialità. Si tratta di un investimento intelligente e lungimirante, che continua a generare valore e risultati nel tempo. La SEO non è morta, e non è nemmeno uno zombie di Romero. La SEO è viva e vegeta e continua a trasformarsi.